Cos’è il bitrate audio?

Scopri come il suono diventa digitale, cosa serve per un audio di qualità e come il bitrate, un aspetto della musica digitale e dei file audio, influisce sull’esperienza di ascolto.

L’immagine di un’onda sonora sovrapposta a un uomo che ascolta la musica con le cuffie

Trasformare musica, voce e suono in dati audio.

L’audio digitale è costituito da informazioni in formato digitale che possono essere abbondanti o scarse, di alta o di bassa qualità. Bitrate è il termine utilizzato per descrivere la quantità di dati trasformati in audio. A un bitrate superiore corrisponde generalmente una migliore qualità dell’audio. “Il bitrate determina la fedeltà dell’audio”, dice il produttore e tecnico del suono Gus Berry. “Puoi anche avere la registrazione più straordinaria di tutti i tempi, ma se la riproduci con un bitrate basso non rende bene”.

 

Per la registrazione, la produzione e la distribuzione di audio, è essenziale comprendere il bitrate e, per riuscirci davvero, bisogna imparare cosa contiene un file audio e quali diversi tipi di file esistono.

 

File audio compressi, non compressi e senza perdita di dati.

“Il suono è costituito da onde, che sono rappresentate dai file audio”, dice il produttore Peter Rodocker. “Le onde sono codificate in file audio tramite singoli campioni in base alla forma dell’onda in quel determinato momento e alla distanza dal punto zero”. Quest’ultimo corrisponde al silenzio e i file audio misurano la distanza del suono da esso. “In pratica è un’istantanea delle onde audio”, spiega Rodocker.

 

Ogni istantanea può essere molto diversa. Proprio come le immagini variano in termini di qualità e nitidezza, i tipi di file audio differiscono per dimensioni, quantità di informazioni e funzione. Ci sono eccezioni, ma in genere i file non compressi contengono più informazioni e hanno il bitrate più alto. I file compressi con perdita di dati contengono invece meno informazioni e hanno quindi un bitrate più basso.

Wireframe della suddivisione di un bitrate

Immagine di Jonathan Petersen

  • File non compressi: questi file audio sono molto grandi e includono tutte le possibili informazioni rilevabili dall’attrezzatura audio. I formati di file non compressi includono WAV, AIFF e PCM.

  • File compressi senza perdita di dati: questi tipi di file sono compressi, ma in modo tale da evitare la perdita di informazioni, e comprendono FLAC, WMA e ALAC. Sono più grandi dei file compressi e più piccoli di quelli non compressi.

  • File compressi o con perdita di dati: i file compressi, che in genere sono i formati più piccoli, eliminano alcune informazioni non prettamente essenziali. Formati di file audio con perdita di dati popolari sono, ad esempio, MP3 e AAC. “Sono quelli riprodotti in genere su Apple Music o Spotify”, spiega Rodocker.

 

Frequenza di campionamento e profondità in bit.

La frequenza di campionamento corrisponde al numero di volte al secondo in cui viene analizzato un campione di audio, cioè trasformato in dati dall’attrezzatura di registrazione. In genere, quella dell’audio digitale è di 44,1 kHz, ovvero la stessa dei CD. Questo significa che l’audio è campionato 44.100 volte al secondo in fase di registrazione. Poi, durante la riproduzione, l’hardware lo ricostruisce 44.100 volte al secondo.

 

La quantità di informazioni contenute in questi singoli campioni è variabile. La profondità in bit indica il numero di bit in ogni campione, ovvero la quantità di informazioni in ognuno dei 44.100 segmenti di audio.

 

Un’alta frequenza di campionamento e un’elevata profondità in bit aumentano la quantità di informazioni contenute in un file audio e, di conseguenza, le sue dimensioni. Come avviene con le foto ad alta risoluzione, i file audio con un’alta frequenza di campionamento e un’elevata profondità in bit sono più dettagliati, il che richiede generalmente un bitrate superiore.

Onde sonore rappresentate sotto forma di effetti luminosi.

Non esiste il bitrate migliore, solo quello giusto.

Il bitrate giusto per un file dipende dall’uso che si vuole fare del file e dal mezzo di diffusione dell’audio. Solitamente, a un bitrate alto corrisponde un’elevata qualità, a condizione che anche la frequenza di campionamento e la profondità in bit siano elevate. Una maggiore quantità di informazioni si traduce, in termini molto generali, in una migliore qualità del suono.

 

Il bitrate dei CD è sempre di 1.411 kilobit al secondo (kbps), per il formato MP3 è compreso tra circa 96 e 320 kbps, mentre quello dei servizi di streaming come Spotify va da 96 a 160 kbps.

 

Nonostante piacciano agli audiofili, i bitrate alti non sono sempre l’opzione migliore. Tieni conto dei potenziali ostacoli che l’uso del tuo audio digitale potrebbe comportare. Se viene scaricato o ascoltato in un formato audio fisico, un bitrate alto va bene. Se invece viene ascoltato in streaming, probabilmente è meglio che il bitrate sia più basso per una trasmissione corretta. Tuttavia, al di sotto di 90 kbps, l’orecchio umano, anche non allenato, percepisce un notevole calo qualitativo.

 

Inoltre, non conta che il file sia ad alta fedeltà e abbia un bitrate elevato se l’hardware utilizzato non è di qualità. Infatti, se vengono utilizzati auricolari o cuffie del mercato di massa, non sarà in ogni caso possibile avere i vantaggi offerti da un audio ad alta fedeltà. Il bitrate dei CD, che è alto, rende meglio con un impianto stereo professionale in grado di riprodurre adeguatamente le frequenze molto alte e molto basse consentite da 1.411 kbps. Buona parte degli auricolari come anche molte casse da scrivania non sono in grado di fare altrettanto. 

 

Trovare il giusto bitrate.

All’inizio di un nuovo progetto audio, è bene registrare alla migliore qualità possibile, con una frequenza di campionamento e una profondità in bit alte. Durante la produzione bisogna tenere a mente come avverrà l’interazione con il file audio.

 

In ogni caso, se crei audio, indipendentemente dal tipo, devi sempre conservare i file della migliore qualità per prepararti all’arrivo di nuove tecnologie. I futuri formati audio richiederanno forse bitrate più alti e le connessioni o l’hardware potrebbero essere in grado di diffondere audio ad alta fedeltà. È assolutamente possibile che l’hardware audio commerciale dei prossimi dieci anni sia in grado di riprodurre bitrate superiori a 160 kbps, quindi conserva i file non compressi. Potrai sempre convertirli in un nuovo formato.

 

Sapere quale tipo di file utilizzare è solo un aspetto della produzione audio. Imparare a lavorare con un equalizzatore grafico e a mixare la musica migliora notevolmente la qualità dell’audio, indipendentemente dal bitrate.

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