Come mixare una canzone.
Mixare musica è essenziale se vuoi ottenere un suono pulito e ottimale, regolando i livelli e il bilanciamento degli effetti. Può sembrare impegnativo, ma Adobe ha pensato a un programma per mixare audio e migliorare il tuo lavoro rendendo semplice il tuo mixaggio.
Foto close-up di una mano su un mixer.
Cosa imparerai:
Interno di uno studio di registrazione e strumenti di mixaggio.
Il mixaggio dell’audio è un procedimento con cui è possibile lavorare su tracce audio registrate mescolandole. Mescolarle vuol dire regolare e adattare suoni diversi tra loro o suoni prodotti da strumenti diversi, in modo che stiano in armonia.
Il mixaggio musicale unisce tutto, partendo da ogni singola traccia, ed è parte integrante della creazione musicale. Questo è ciò che fanno gli ingegneri del mixaggio: fondono tracce diverse insieme per creare, o equalizzare, una composizione finale che metta in risalto ogni tono o strumento. Si tratta di un lavoro da effettuare cercando sempre di rendere il prodotto finale armonico e coeso, regolando i livelli, il bilanciamento e gli effetti sul tempo come il riverbero e il delay.
Tracce audio in programma di mixaggio.
Come avrai già avuto modo d’intendere, il mixaggio è una vera e propria arte, perché rappresenta il passaggio più decisivo e delicato di una produzione. Il vantaggio di mixare un audio è quello di poter mettere insieme tracce diverse e ricreare una vera e propria omogeneità complessiva. Il mix è proprio quella fase in cui vengono stabiliti gli equilibri tra i vari strumenti. Equalizzare, quindi, ottimizzando i livelli di volume, timbro e spazialità di suoni diversi tra loro. Per operare in questa fase di lavorazione del suono, generalmente si usa uno strumento chiamato mixer. Con questo strumento è possibile miscelare gli audio registrati su traccia dai vari strumenti, poiché ogni suono verrà registrato su un canale diverso del mixer. A prescindere che si tratti di strumenti reali o digitali, ogni suono andrà su un canale del mixer. Una volta ottenute le singole tracce separate degli strumenti, per assicurarsi che ognuno sia bilanciato con gli altri, bisogna effettuare il missaggio, aggiungendo anche effetti che permettono la creazione di un prodotto finale raffinato.
Il mixaggio interessa tre aspetti:
1. La gestione dei volumi, che consente di lavorare sul volume di ogni traccia per regolarne l’ampiezza e amalgamarlo creativamente alle altre tracce.
2. Equalizzazione, che interessa il lavoro sul timbro, cioè sulle frequenze, in modo tale da enfatizzarne o ridurne l’intensità.
3. Spazializzazione, ovvero l’orientamento di ogni singola sorgente sonora. Il punto più creativo e importante perché fa in modo che il nostro mixaggio non sia una sterile sovrapposizione di suoni.
Mixare musica è qualcosa di più della semplice gestione dei livelli audio. Il primo passo da fare, prima di iniziare a pensare al mixaggio vero e proprio, è mettersi in ascolto dei brani sui quali vorrai lavorare. Prova a riascoltarli a ripetizione e, ogni volta, concentrati su un aspetto diverso del suono. «Quando inizi a capire quali sono gli elementi importanti in una canzone, puoi pensare di mettere insieme un equilibrio approssimativo», dice l’ingegnere del suono Peter Rodocker, «questo ti consente di comprendere meglio il funzionamento degli strumenti nella canzone e come questi dovrebbero interagire tra di loro». Vediamo dunque quali sono le migliori cose da fare per ottenere un buon missaggio.
Tracce audio editate in un programma di mixaggio.
Prenditi tempo per l’ascolto.
Avere confidenza con i suoni vuol dire una sola cosa: ascoltarli! L’inizio di un buon mixaggio parte da questo, dal comprendere come i suoni si incastrano tra di loro. Per iniziare a “giocare” col suono, parti con tutti i fader (controllo di livello a scorrimento) del tuo mixer sul volume centrale. A questo punto, inizia a enfatizzare i suoni che possono modulare di più la tua armonia e ascolta anche altri brani simili per trovare qualche ispirazione.
Dettagli di una console di mixaggio.
Studia le connessioni tra le tracce.
Se durante un primo ascolto un suono ti sembra entrare in maniera troppo significativa nella tua composizione, gioca sul fader per eliminarla. Se al contrario vorresti che entrasse nell’armonia in maniera più decisa, alza il suo livello di volume. Non è importante inserire moltissimi suoni, è importante che questi stiano in equilibrio.
Dettaglio di slider su una console di mixaggio con sfondo sfocato.
Sperimenta con gli equalizzatori.
Tra gli strumenti più straordinari in tema di mixaggio, gli equalizzatori ti consentono di concentrarti sulle frequenze del suono, sul tuo timbro, amplificandole o attutendole. Non sono usati solo per l’ottimizzazione del suono, ma anche per eliminare alcune sbavature, come ad esempio gli infrasuoni o i feedback acuti.
Gli equalizzatori, infatti, ti permettono di tagliare letteralmente alcuni riflessi di frequenza, come nel caso della registrazione del suono di una batteria, oppure di modificare le frequenze più basse per non creare un suono con un’eccessiva componente di toni bassi. In ogni caso, l’equalizzazione non ti servirà se hai tracce con livelli ovunque. In questi casi, ti consigliamo di affidarti all’effetto normalizzazione di Adobe Audition, che sarà utilissimo per la configurazione di livelli costanti e coerenti.
Foto di un tecnico del suono in uno studio di registrazione.
Familiarizza con il compressore.
Il compressore è un apparecchio elettronico in grado di controllare automaticamente il livello di un segnale audio e di ridurlo. Usando una metafora, potremmo dire che è una sorta di effetto quasi impercettibile che viene applicato su ogni traccia di un intero brano. Serve ad abbassare il volume nei picchi di suono, evitando che ci siano note che sporgono eccessivamente. In definitiva, lo scopo del compressore è quello di rendere il suono più ricco, potente e controllato. La compressione è utilizzata infatti in diverse occasioni: durante una registrazione in studio, ma anche dal vivo come fosse una sorta di rinforzo del segnale audio e ancora, ad esempio, nelle trasmissioni via radio.
Se la compressione è un’operazione di controllo automatico del volume, essa può essere di due tipi:
- La compressione verso il basso per quei suoni forti che superano una certa soglia e per cui il volume di fatto si riduce senza modificare i suoni più deboli.
- La compressione verso l’alto che, al contrario, rende più forti i segnali deboli in ingresso senza inficiare sulla consistenza di quelli già alti.
Esistono almeno 5 tipi di compressore che si distinguono per la tecnologia che sfruttano per ottenere la compressione stessa:
1. VCA-Compressor
2. JFET-Compressor
3. Opto-Compressor
4. Variable-mu Compressor
5. Diode based Compressor
Impara a utilizzare un noise gate.
I noise gate riescono a togliere tutto il rumore che non è a un valore minimo. Servono soprattutto per quei suoni registrati in ambienti troppo rumorosi e fungono da veri e propri cancelli contro il rumore. Il loro utilizzo principale è infatti quello di eliminare o attenuare il rumore di fondo da un segnale audio. In che modo lo fanno? I noise gate agiscono sulla porzione di segnale che non raggiunge una soglia di volume. In sostanza, questo cancello si apre solo quando deve fare uscire quell’audio che ha superato un certo volume. Una volta che il livello scende sotto il valore preimpostato, si chiude nuovamente impedendone l’uscita. Questi strumenti hanno diversi livelli e la situazione di utilizzo più comune è in fase di editing dell’audio, cioè quando si lavora su tracce già registrate, perché vanno a ripulire il segnare da un rumore di fondo fisiologico.
Mano maschile sugli slider di una console di mixaggio.
Fai attenzione al riverbero.
Nel campo della produzione musicale un ruolo importantissimo è rivestito dal riverbero. Si chiama riverbero perché quando un’onda sonora incontra delle superfici (una stanza, ad esempio), crea dei riflessi sonori che ci restituiscono delle informazioni sull’ambiente circostante. Il riverbero ti servirà a ricreare suoni il più possibile fedeli a determinati ambienti.
Puoi usare il riverbero anche come effetto artificiale, ma sempre con una visione d’insieme che di fatto non alteri il senso finale della tua traccia audio. Presta perciò molta attenzione alla combinazione altoparlanti/stanza in cui registri. Lo spazio fisico in cui stai lavorando al mixaggio del tuo audio può fare un’enorme differenza nel prodotto finale. L’ingegnere del suono Gus Berry sostiene infatti che «la qualità del suono del tuo studio è buona quanto la stanza in cui ti trovi». Non sottovalutare l’ambiente in cui lavori perché «è un’estensione dei suoni che i tuoi altoparlanti emetteranno», continua sempre Berry. Una stanza adeguatamente attrezzata farà molto più di quanto immagini nel lavoro di mixaggio. In ogni caso, ti consigliamo di non esagerare con il riverbero o altri plugin perché potrebbero creare una traccia fangosa.
DJ a lavoro su una console.
Delay e tempo.
Il compagno del riverbero è sicuramente il ritardo. Il delay è un effetto che insiste sul tempo, memorizza l’uscita originale del suono e ne riproduce su una superficie lontana e ritorna all’ascoltatore sotto forma di feedback. Esistono molti tipi di ritardi che dipendono dai vari parametri che sostanzialmente emulano gli spazi con diverse distanze di superficie riflettente.
I parametri del ritardo sono:
- Il tempo, che è sia il tempo necessario perché l’effetto sonoro entri in azione, sia il tempo di ogni riflesso.
- Il Sync, che è il parametro che interessa la sincronizzazione del ritardo al tuo progetto.
- Il feedback, che definisce la durata del riflesso dopo la nota originale.
- Il taglio, che permette di controllare la qualità del segnale ritardato.
- Il wet/dry, che controlla la quantità del segnale ritardato.
- La larghezza, che allarga il segnale ritardato dando la sensazione di uno spazio grande.
Interno di uno studio di registrazione con console e laptop.
Gioca con l’effetto chorus.
Se alla fine vuoi sbizzarrirti con degli effetti strabilianti, un effetto essenziale che ti consigliamo di utilizzare è l’effetto chorus che, come suggerisce la parola stessa, simula l’effetto di un coro. Quindi arricchisce il suono originale con tante copie di sé stesso leggermente differite e con intonazioni leggermente variate rispetto al suono originale. Come nei cori di voci il suono è dato dall’insieme, lo stesso accade nell’effetto chorus: il segnale originale viene duplicato in diverse copie e, successivamente, ognuna di esse verrà alterata in termini d’intonazione e di tempo rispetto al suono originale. Questo cambio d’intonazione avviene per via di un fenomeno chiamato effetto doppler.
Prima di regalare una canzone al grande pubblico, dovrai aver registrato ogni sua parte e aver lavorato al mixaggio e alla masterizzazione. Adobe Audition ti aiuterà a trasformare la tua canzone grezza in un suono assolutamente professionale. Audition è un kit di strumenti completo che include la visualizzazione multitraccia, il mixing, l’editing e l’ottimizzazione di contenuti audio.
In questa guida ti mostreremo passo passo come lavorare sul tuo audio per perfezionarlo.
1. Per prima cosa avvia il tuo programma e clicca sul pulsante Multitraccia che ti permette di passare alla visualizzazione multitraccia del mixer integrato in Adobe Audition.
2. Premi il pulsante destro del mouse e seleziona Traccia 1 > Inserisci > Audio; quindi, inserisci il primo audio sul quale voler lavorare. Allo stesso modo ripeti l’operazione con Traccia 2, Traccia 3 ecc.
3. Clicca su Mixer e poi Riproduci per avviare la riproduzione dei brani inseriti. Inizia a regolare i cursori del volume sul livello che desideri.
4. Clicca su EQ per ciascuna traccia audio, quindi regola le impostazioni dell’equalizzatore cliccando e trascinando i valori di dB – Hz.
5. Aggiungi effetti su ciascuna traccia cliccando sulla freccia sotto Fx e sperimenta i diversi effetti da applicare al suono. Regola tali effetti muovendo il cursore Wet/Dry di ogni effetto per controllarne l’intensità.
6. Premi Ctrl+A per selezionare tutte le tracce, poi con il tasto destro clicca su una delle tracce. Passa quindi su Mixdown to New File e scegli Master output in session (Stereo). A questo punto Audition unisce le tracce in un nuovo file.
Se intendi lavorare con gli effetti, clicca su Effetti > Mastering Rack e si aprirà un nuovo rank di effetti che Audition provvederà ad applicare all’intera forma d’onda audio. Poi, clicca di nuovo freccia sotto FX e seleziona Filtro ed Equalizzazione > Equalizzatore Parametrico e trascina i punti di controllo nella finestra dell’equalizzatore. Fai lo stesso se vuoi lavorare sulla compressione.
Dallo stesso menu clicca su Ampiezza e Compressione > Compressore Multibanda e regola la soglia di ciascuna banda. Da Ampiezza e Compressione > Limitazione Rigida > Limita ampiezza massima a > Aumenta input di fino a quando l’indicatore non diventa giallo.
Se sei soddisfatto e il tuo lavoro ti sembra equilibrato, clicca su OK quindi su File > Salva con nome e poi il formato dal menu Salva come tipo. A questo punto il tuo mixaggio è pronto!
Foto di pannello di controllo audio in uno studio.
FAQ: Domande frequenti.
Come dare profondità al mix?
Tra le varie possibilità da sfruttare per dare densità e profondità a un mix, riuscire a trovare il giusto equilibrio tra riverbero, delay ed equalizzazione può essere la strada vincente per ottenere un mix profondo. Il riverbero simula le riflessioni del suono, il delay una sorta di eco che assomiglia a una ripetizione; infine, l’equalizzazione gioca sulle distanze sonore.
Come regolare un mix audio?
Nel mixer si possono regolare tutte le manopole. La GAIN regola la preamplificazione. La EQ HI lavora sui toni alti, la MID sui medi e la LO sui bassi. La manopola FX regola il volume, la LEVEL livella il segnale del microfono, la PHONES regola sempre il volume ma in cuffia. La MAIN MIX invece serve a regolare il volume finale.
Cosa significa FX sul mixer?
Se stai cercando un buon modo per giocare con la pasta dei tuoi suoni, inizia a familiarizzare con FX audio, un processore digitale che permette di trasformare e combinare suoni, restituendo effetti sensazionali. Con questo processore è possibile ricreare un’eco o altri effetti di vicinanza e lontananza emulando, ad esempio, quelli discografici.
Collaboratori.
- Peter Rodocker, è produttore polistrumentista, tecnico del mixaggio e cantautore che lavora con diversi cantanti.
- Gus Berry, è produttore, tecnico del mixaggio, ingegnere del suono con la passione per le passeggiate e per i golden retriever.
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